venerdì 30 dicembre 2016

Avvio delle procedure di escussione delle fideiussioni bancarie ai danni della società Porta di Roma.
Ripercorriamo brevemente i fatti che hanno portato al provvedimento del Comune di Roma di escutere le fideiussioni date da PDR.
L’Associazione per la Tutela del Parco delle Sabine ha ripetutamente esposto sin dal 2014 le criticità derivate dalla mancata manutenzione del parco e del quartiere.
La reazione della società Porta di Roma, contenuta in una diffida nei confronti del Comune di Roma, è stata l’affermazione che il Parco delle Sabine era completato e che la manutenzione non era più dovuta.
L’associazione ha dimostrato, fatti e carte alla mano, che questo non rispondeva al vero (come attestato anche dalla commissione di collaudo) e che, pertanto, tutte le attività di manutenzione erano dovute. 
Immediatamente dopo l’accordo di marzo 2016 per il pagamento della morosità relativa all’illuminazione pubblica, da parte di Pdr (morosità che, come tutti ricordiamo, ha gettato nel buio il quartiere per molti mesi), la nostra Associazione ha reiterato agli uffici di Roma Capitale, la richiesta di intervenire con decisione nei confronti della società PDR perché riprendesse anche tutte le attività di manutenzione (esposto maggio 2016 ). Tuttavia, la detta società, a parte uno sfalcio sporadico, ha continuato ad omettere ogni attività di manutenzione.
Ne è conseguito un atto di messa in mora da parte del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica a cui la società Porta di Roma ha risposto con inusitata durezza e dando vita a un vero e proprio muro contro muro.
Vi sono quindi stati due ulteriori esposti, uno da parte della nostra associazione (prot. QI 162611 del 19 settembre 2016) e l’altro, addirittura, del Presidente del III Municipio Roberta Capoccioni, come da noi documentato sui nostri organi.
Infine, per il perdurare dell’inadempienza della Società Porta di Roma, la nostra Associazione ha posto un ultimatum agli uffici di Roma Capitale.
Il 27 dicembre 2016 abbiamo ricevuto la notizia dell’avvio da parte del Comune di Roma delle procedure di escussione delle fidejussioni bancarie prestate, per mancata manutenzione e per una serie di violazioni degli obblighi contrattuali da parte di Porta di Roma.
Abbiamo ripercorso brevemente le tappe che hanno portato a questo punto anche per dire che, pur nella legittima soddisfazione di vedere riconosciuto un diritto pubblico contro un arbitrio privato, diritto per il quale l’associazione si è fortemente battuta, non siamo felici di quella che riteniamo una scriteriata e irresponsabile posizione di chiusura della Società Porta di Roma. Pensiamo che sia giunto il momento per PdR di abbandonare queste posizioni che hanno fatto del male al quartiere e di riprendere il filo del dialogo con il Comune di Roma sulla base di una rinnovata fiducia. Siamo ancora in tempo per evitare che questo scontro danneggi tutti, i cittadini, che vedono il quartiere abbandonato al degrado, il comune impegnato in uno spiacevole corpo a corpo e anche la società Porta di Roma che rischia l’escussione delle fideiussioni. 
Il Comune di Roma ha dimostrato finalmente di essere disposto ad andare fino in fondo ed è proprio questo il momento per la Soc. Porta di Roma di fermarsi e riflettere. Chiediamo alla Soc. Porta di Roma di rivedere completamente il proprio atteggiamento, di abbandonare lo scontro e di affidarsi un po’ più al buon senso. Una ripresa delle attività di manutenzione, il completamento del Parco delle Sabine secondo i progetti approvati in convenzione e una leale collaborazione con il Comune, nel rispetto degli obblighi contrattuali, non può che essere positiva per tutti, anche per la stessa Soc. Porta di Roma.
Ora ci auguriamo davvero che prevalga il buon senso.

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