giovedì 5 giugno 2014

Per bruciare un Parco non serve dargli fuoco, Basta Togliergli l'Acqua !!

Lo scandalo continuo del Parco delle Sabine.



Lo scorso 5 maggio presso l’istituto Matteucci abbiamo avuto il piacere di ascoltare l’Assessore alle Trasformazioni Urbane Prof. Caudo in occasione della presentazione della Conferenza Urbanistica, strumento con il quale l’attuale Amministrazione Capitolina ritiene di poter coinvolgere le realtà territoriali nella condivisione delle scelte urbanistiche nel nostro territorio.

Per quanto meritoria sia l’iniziativa, la realtà quotidiana, purtroppo, sembra contraddire spietatamente tutte le buone intenzioni da cui essa muove.

Si fa fatica a credere che le politiche di “rigenerazione urbana” possano trovare terreno fertile in una città e in una realtà territoriale come il III municipio in cui un intervento di urbanizzazione razionale come la Centralità Urbana Bufalotta, pensato e progettato avendo come riferimento elevati standard di sostenibilità ambientale ed urbanistica, fallisce miseramente sotto i colpi di interessi particolari e non generali.

Come si può parlare di “rigenerazione urbana” dell’esistente se non si è neanche in grado di garantire il rispetto di una convenzione urbanistica, condivisa, approvata e sbandierata ai quattro venti come il segno di una nuova politica dell’abitare nella città di Roma?

Il Parco delle Sabine rappresenta l’emblema di questo fallimento, frutto della debolezza del potere pubblico che abdica al proprio ruolo di fronte alla forza di interessi economici privati arrivando persino ad alienare pezzi di patrimonio pubblico come nel caso vergognoso del centro sportivo Virtus privato, previsto in aree del parco che  sono anche di interesse archeologico, e contro il quale l’associazione si opporrà in ogni modo consentito dalla legge.

Le nostre ripetute denunce sullo stato di abbandono del parco e sulla sua mancata realizzazione sono confermate dall’ultima, grave circostanza dell’interruzione dell’irrigazione in tutte le aree del parco, anche quelle aree minimali di verde attrezzato prospicienti al viale Carmelo Bene.

Sollecitata più volte a riattivare l’irrigazione, la Società Porta di Roma fa orecchie da mercante e segna così il triste de profundis del Parco: decine di ettari destinati a fornire solo foraggio per cavalli.

Davvero non si può credere che l’inerzia dell’amministrazione pubblica sia tale da consentire alla Società Porta di Roma, che solo temporaneamente ha la responsabilità della manutenzione del parco, di decidere autonomamente dei destini di un parco pubblico d’importanza vitale per tutto il III municipio, disattendendo in modo così plateale tutti gli impegni sottoscritti e in base ai quali ha potuto realizzare milioni di metri cubi di residenziale e lauti guadagni

Chiediamo a tutte le autorità, sia del III municipio che del Campidoglio, di intervenire decisamente per ripristinare un livello minimo accettabile di garanzie sulla gestione del parco e le sollecitiamo ancora una volta ad assumersi tutte le responsabilità che il ruolo pubblico elettivo impone loro. Il Parco delle Sabine deve finalmente avviarsi ad essere a tutti gli effetti pubblico e se la Società che ha attualmente in carico la gestione del Parco lamenta difficoltà finanziarie, è ora che si proceda decisamente alla consegna del parco al Comune di Roma.



ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA DEL PARCO DELLE SABINE
tutela.parco.sabine@gmail.com



2 commenti:

  1. Mi piacerebbe ripartire da queste pagine del libretto, (che anche io ho ricevuto quando ho acquistato la mia casa a 5.000euro al mq), per capire insieme a voi cosa si pùò fare per obbligare le società costruttrici, proprietarie dei terreni (Idea Fimit etc) sui quali sono state costruite le nostre abitazione “nel parco” a completare quanto previsto, in termini di piantumazioni, realizzazione di percorsi ciclo pedonali e archeologici e perché no anche alla realizzazione degli uffici previsti, che consentirebbero di non far diventare anche questo quadrante l’ennesimo quartiere dormitorio.
    Nel libretto con il quale ci hanno venduto le case ci è stato detto che il 47% dell’intera superficie sarebbe stato adibito ad aree verdi; come si può constatare, facendo un giro nella zona, questo non è proprio così.

    Secondo quanto dichiarato il parco dovrebbe mostrare una serie di reperti archeologici visibili lungo un percorso che ne valorizzi le opere. Purtroppo di questi reperti non c’è traccia sono stati tutti interrati. Ne è rimasto solo uno vicino al maneggio, blindato però da lamiere, sicuramente a breve faranno sparire anche questo.

    Qui invece parlano di porte di accesso con punti informazione etc., mi viene da ridere, ma dove sono che non riesco a vederli? E per giunta sono anche rappresentate graficamente le porte di accesso al parco…. Per non parlare poi delle torrette per il bird-watching…………..

    Dove sono i ponti? E non parliamo poi del laghetto con il punto di ristoro ed il rimessaggio delle piccole imbarcazioni a remi per la navigazione.
    Ovviamente quanto detto è cosa nota, ma ritengo che vada ribadita in ogni occasione.

    Seguono foto del libretto

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  2. OK questa è la situazione.
    Cosa si fà?

    Come ci possiamo organizzare per far sentire con forza la nostra voce?

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